STORIA

Per raccontare la storia della Società Elefante non potrebbe esserci modo migliore che affidarci al lavoro svolto per allestire la mostra “A MEMORIA DI ELEFANTE” in occasione del rinnovo della società nel 2007.

Chi ha collaborato ad allestire quella mostra ha saputo, con caparbietà e capacità, recuperare tutti i materiali necessari per raccontare, con parole e immagini, di quel luogo di ritrovo comune che è la Società.

E’ all’interno dei locali dell’Elefante che si svolge la vita quotidiana dei torraioli dalle cene alle tombole, dalle Assemblee ad un semplice passaggio per un caffé al bar. Da quasi cento anni la Società accoglie come una casa, sia di pomeriggio che di sera, tutti i contradaioli che vogliono passare del tempo insieme, diventando così il maggiore luogo d’incontro della Contrada.

Di seguito, lasciamo spazio all’introduzione e alle sezioni della mostra che raccontano quale sia stato, qual è e quale sarà il valore dell’Elefante.

PRIMA DELL’ELEFANTE

Nella seconda metà dell’Ottocento nascono in Italia le prime Società di Mutuo Soccorso per l’assistenza e l’istruzione popolare. Anche a Siena prendono vita moltissime associazioni.

Nell’agosto del 1872, nel nostro rione, viene fondata la Società di Mutuo Soccorso del Ventaglio per sostenere e aiutare economicamente e moralmente i propri soci più bisognosi, prevedendo l’elargizione di sussidi in caso di malattia o di impossibilità a mantenersi.

Nel 1877 la Società del Ventaglio istituisce una scuola serale per gli operai del rione; si interessa anche del problema delle abitazioni nel territorio della Contrada, sollecitando soluzioni da parte del Comune. Per il suo impegno riceve nel 1882 il diploma di riconoscimento dal comitato genovese per l’inaugurazione del monumento a Giuseppe Mazzini e nel 1898 la medaglia d’argento all’esposizione nazionale di Torino.

Negli anni della prima guerra mondiale promuove forme di aiuti e di assistenza ai cittadini, ai soldati e alle loro famiglie.

Con l’avvento del fascismo iniziano, come per tutte le associazioni di mutuo soccorso e assistenza, le prime difficoltà e la progressiva decadenza. Alla fine del 1933, dopo il risanamento di Salicotto, la Società del Ventaglio si ritrova priva anche della propria sede: si comincia a parlare di fusione con la Società Elefante. Il 31 dicembre 1935 viene infine sancito lo scioglimento del Ventaglio, che dona alla Contrada i propri oggetti e arredi.

Va ricordato che prima del Ventaglio, intorno al 1870, viene costituita nella Torre una Società di “carattere intimo”, denominata La Tazza, il cui fine è quello di provvedere al finanziamento della Contrada per la vincita del Palio.

1923, NASCE LA SOCIETÀ ELEFANTE

La Società Elefante nasce nel 1923 su iniziativa di cinque contradaioli, Alvaro Bellaccini, Fortunato Bidossi, Pietro Migliorini, Italo Mugnaini e Guido Sani, che si impegnano con altri torraioli quali Gino Garuglieri, Luigi e Ottavio Rosini per “istituire una società che a scopo morale e ricreativo riunisca quei torraioli di sani principi civili e politici che amano dare più direttamente la loro attività al bene e al vantaggio della propria Contrada”.

L’inaugurazione avviene il 14 settembre 1923 nei locali posti sotto l’oratorio di San Giacomo maggiore. Il primo Presidente della Società è Monsignor Carlo Biagi, Vicario della Contrada.

All’inizio del Novecento sono attive nel rione anche altre Società come La Farfalla, con sede nel Rialto, Il Fiasco Rotto, nel vicolo della Fortuna, e successivamente il Circolo Rionale Spadaforte, associazione sportiva che si riunisce in alcuni locali nel vicolo del Vannello. Tra la fine degli anni Venti e gli inizi degli anni Trenta confluiscono nella Società Elefante.

Durante il periodo fascista l’Elefante, come altre organizzazioni dell’epoca, aderisce all’Opera Nazionale Dopolavoro (O.N.D.), organo del regime che ricomprende tutte le forme di associazionismo.

In questi anni la Società Elefante cambia il suo nome dapprima in Circolo Rionale Elefante e poi, dal 1940 al 1944, in Dopolavoro Italo Balbo, dal nome del gerarca fascista che la Contrada nomina Capitano onorario nel 1934.

Durante la seconda guerra mondiale i locali della Società rimangono sempre aperti; il 9 maggio del 1941 vi viene organizzata la Festa del soldato alla quale partecipano più di cento militari.

Alla fine della guerra riprendono vita le associazioni politiche, culturali, sportive e ricreative. Anche la Società Elefante, che nel frattempo ha recuperato il proprio nome originario, ricomincia la propria attività.

FESTE, BALLI E VEGLIONI NEGLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA

Nel dopoguerra, e in particolare negli anni Cinquanta e Sessanta, la Società Elefante organizza indimenticabili feste danzanti e veglioni a tema. Le serate si svolgono nella sala delle feste e nel cosiddetto tunnel, una stanza molto stretta e angusta.

Nel febbraio del 1959, in occasione del veglione La Grotta della Felicità, gli addobbi realizzati in massima parte in carta e legno bruciano a causa di un fiammifero gettato accidentalmente da un contradaiolo. I danni provocati agli intonaci e agli arredi e la necessità di avere spazi più confortevoli portano alla progettazione e alla realizzazione del salone delle colonne.

I nuovi locali sono inaugurati il 22 settembre 1963 e il sabato successivo, 28 settembre, vi si tiene un veglione con l’esibizione di Tony Dallara.

Con i nuovi spazi riprendono i veglioni danzanti che da sempre contraddistinguono l’attività della Società.

Nei mitici anni Sessanta l’Elefante rappresenta uno dei locali da ballo più noti della provincia senese. Sul suo palcoscenico si esibiscono molti cantanti e complessi musicali famosi a livello nazionale e provinciale, come Cocki Mazzetti, Wilma De Angelis, Bruno Filippini, Gianni Morandi, Johnny Dorelli, Nilla Pizzi, i Dik Dik, Dumas Bazzani e i 5 Jana, I Delfini, I Lunatici, I Fratellini. L’ingresso costa 350 lire. Si balla il sabato sera e la domenica pomeriggio e sera.

Vengono realizzati allestimenti veramente sorprendenti per l’epoca come quello per la festa del Moulin Rouge del 1966, con la riproduzione del famoso mulino parigino.

Nel 1969 nuovi lavori portano all’ampliamento del tunnel creando la sala degli specchi, inaugurata il 6 settembre 1969.

GLI ANNI ’70

Gli anni Settanta: prendono il via la Manifestazione dei giovani Alfieri e Tamburini (Minimasgalano) e il Mangia e Bevi.

Oltre alla parte ludica, la Società Elefante si distingue negli anni anche per l’organizzazione di eventi culturali e ricreativi.

Grande successo ottiene la mostra fotografica “La Siena del mi’ nonno”, che si svolge dal 13 al 24 dicembre 1971 nei locali della Società.

Tante sono anche le iniziative che si tengono dal mese di settembre al mese di dicembre 1973 per festeggiare il cinquantesimo anniversario della fondazione della Società Elefante. Tra queste, la prima edizione della Manifestazione dei giovani Alfieri e Tamburini. Ideata da Vittorio Bocci e Ferrer Mirolli, si svolge il 14 ottobre 1973 nella piazzetta San Giusto ed è vinta dalla Torre con Lorenzo Carlucci ed Emanuele Zani, alfieri, e Antonio Vannini, tamburino. Da quella data il Minimasgalano, così come è definito da tutti, si ripete ogni anno con grande successo, organizzato dal Gruppo Giovani Torraioli.

Sempre nell’ambito dei festeggiamenti per il cinquantenario dell’Elefante, il 14 dicembre 1973 si tiene una tavola rotonda sul tema “Rapporto fra Contrada e Società di Contrada e società”, alla quale partecipano i dirigenti delle Consorelle.

Nel 1976 la Società Elefante organizza la prima edizione del Mangia e Bevi nella settimana precedente la festa titolare della Contrada. Alla versione estiva viene aggiunta quella invernale detta Mangia e Bevi della caccia, con menù composto prevalentemente di selvaggina.

Continuano anche negli anni Settanta i veglioni danzanti e vengono introdotti nuovi appuntamenti: le gare di cucina, la gara di briscola con i premi in buoni di benzina, le proiezioni “Zanna film”.

Nei locali della Società vengono collocati un acquario, un telefono a gettoni, la porta di vetro azzurro all’ingresso; vengono acquistati una macchina da scrivere elettrica e una macchina cinematografica, la lavastoviglie e una nuova attrezzatura per la cucina.

Nel 1979 viene realizzata la pizzeria nello spazio precedentemente occupato dal biliardo.

L’ATTIVITÀ SPORTIVA

Non c’è una data precisa che individui l’inizio dell’attività sportiva in Contrada, anche se è certo che già alla fine degli anni Venti del Novecento molte Contrade hanno un proprio gruppo sportivo.

Nella Torre, nel 1928, è attivo il Circolo Rionale Spada Forte, che due anni dopo cambia il nome in Gruppo Dopolavoristico Spadaforte, con sede nel vicolo del Vannello.

Alla fine del 1940, avendo la Società assunto il nome di Dopolavoro Italo Balbo, il Gruppo Sportivo si presenta con questo nome nelle varie manifestazioni cittadine, ottenendo ottimi risultati soprattutto nel pattinaggio.

Dal dopoguerra il calcio è senza dubbio lo sport più amato dai contradaioli. Nel 1947 la squadra dell’Elefante trionfa in un torneo tra Contrade superando la Trieste in una storica partita al campo del Rastrello. A metà degli anni Sessanta il Gruppo Sportivo adotta il nome della via principale del rione: Salicotto.

Lusinghieri successi iniziano ad arrivare negli anni Settanta e cresce anche la partecipazione tanto che nel 1972 il Gruppo Sportivo Salicotto tessera con l’U.I.S.P. ben 100 atleti che competono nei vari tornei cittadini.

Alla fine degli anni Settanta viene ideato un torneo interno di calcio intitolato a Flavio Perugini, che riscuote molto successo.

A metà degli anni Ottanta anche le donne iniziano a cimentarsi nello sport con i colori della Contrada. Viene organizzato un torneo interno di pallavolo, inedito in Città, tra squadre miste uomini-donne, giocato in notturna sulle lastre di Salicotto.

Negli anni successivi le torraiole ottengono successi nella pallavolo e nel calcio femminile.

Nel 1989 inizia la propria attività la palestra “Punto d’incontro Paolo Frullanti”, istituita dalla Contrada: un ritrovo ancora oggi frequentato da tanti contradaioli di tutte le età.

Negli ultimi anni sono molte le manifestazioni sportive cittadine alle quali si partecipa, non solo con il nome del Gruppo Sportivo ma anche con quello della Società o della Contrada.

Al di là dei successi, l’obiettivo più importante del Gruppo sportivo Salicotto è quello di far stare insieme tanti giovani della Contrada in un ambiente piacevole e di sana competizione, di farli avvicinare alla vita della Torre e alle sue molteplici attività e, soprattutto, di educarli a sentirsi parte integrante di una grande famiglia.

GLI ANNI ’80 E ’90

Gli anni Ottanta e Novanta corrono tra mille iniziative che la Società Elefante organizza per tutti i contradaioli.

Nel 1988 iniziano i cenini in Società, dapprima il sabato, poi il martedì. Nello stesso anno il bancone del bar viene spostato dalla sala degli specchi al salone delle colonne: vi resta fino ai lavori di ristrutturazione della Società del 2005.

Intanto continua il grande successo del Mangia e Bevi, un piacevole appuntamento per tutti i torraioli tra i due Palii, e del Mangia e Bevi della caccia, che ha luogo in autunno. Nel 1988 viene allestito nella piazzetta delle Donne un nuovo punto ristoro, la Dolce Vita, che in seguito prende il nome Il Salotto.

In occasione dei Mondiali di calcio del 1990, la Società acquista un video proiettore con schermo gigante, che viene collocato nella sala degli specchi; nel 1996 si ha l’innesto al digitale satellitare.

Nel 1995, grazie all’impegno di molti contradaioli, viene creata la Chicca del Sole, uno spazio verde in via del Sole.

Gli anni Novanta si chiudono con due particolari iniziative. Il 23 novembre 1996 la Società organizza per i torraioli che nel corso dell’anno hanno compiuto 30 e 40 anni una festa con cena, giochi e balli con musiche degli anni Sessanta e Settanta: a tutti i festeggiati viene dato in regalo un puzzle di foto nelle quali sono ritratti in fasce.

Il 15 e 16 febbraio 1997, infine, viene organizzata la prima edizione di Milleluci, lo spettacolo canoro destinato negli anni ad essere ripetuto con grande successo di pubblico.

IL NUOVO SECOLO

Continuano le feste, le cene, le serate a tema, le sfilate di moda. Ai classici tornei di Scala 40 si aggiungono quelli di Burraco.

In occasione della 25° edizione del Mangia e Bevi, nel 2000, viene creato un nuovo punto di ristoro accanto alla Fontanina e ai locali “delle bilance”: la birreria.

Intanto, in questi anni, la Città lavora per definire uno specifico regime fiscale per le attività istituzionali delle Contrade e delle Società di Contrada. La vita delle Società di Contrada viene infatti interessata, nel marzo 2004, da un’indagine della Guardia di Finanza sui rapporti tra Contrade e fantini.

Nel 2005 iniziano i lavori di ristrutturazione e di ampliamento dei locali della Società. L’Elefante, pur con i lavori in corso, rimane sempre aperto. E tra i lavori si vince il Palio del 16 agosto 2005. Nel dopo-Palio le autorità cittadine e i dirigenti delle Consorelle vengono accolti sulla terrazza della Società. E il 7 ottobre il rinfresco dei festeggiamenti della Vittoria è allestito, oltre che nel museo, anche nell’unica sala agibile dell’Elefante.

Nelle prime ore del mattino del 26 ottobre 2005 i locali dell’Elefante e del museo della Contrada vengono allagati a causa della rottura di una tubazione in via Salicotto. I danni sono ingenti e interessano le infrastrutture e tutte le opere d’arte presenti nel museo e le monture, da quelle più antiche a quelle realizzate nel Duemila.

Solo il Palio appena vinto viene risparmiato perché ancora conservato nell’oratorio.

Nel 2006 il “Regolamento della Società Elefante” viene sostituito dal nuovo “Statuto della Società Elefante”: tutti i contradaioli della Torre sono ora soci dell’Elefante.

I LAVORI IN SOCIETÀ

La prima sede della Società Elefante viene realizzata nei locali posti sotto l’oratorio di San Giacomo maggiore. Inaugurata il 14 settembre 1923, è arredata con semplici tavoli, poche sedie, qualche panca e un bancone per la mescita delle bevande. Solo dai ricordi dei contradaioli più anziani si riesce a stabilire la destinazione dei vari ambienti.

La Società dispone di due terrazze e di pochi locali: il tunnel, così chiamato perché è una stanza lunga e stretta, la sala delle feste e un piccolo locale detto stanza delle trottole. L’ingresso alla Società è dalla scala condominiale del palazzo di via Salicotto.

Nel 1932 anche la Società Elefante viene interessata dai lavori per il risanamento del rione.

Nel 1959, in seguito ai danni di un incendio scoppiato durante i preparativi per il veglione La Grotta della Felicità, il tunnel viene ristrutturato e adibito a sala TV.

Fino ai primi anni Sessanta i locali della Società non subiscono sostanziali modifiche.

Il 7 agosto 1961 il Priore Giancarlo Ceccuzzi, su progetto dell’architetto Pietro Ciampoli, avanza domanda al Comune di Siena per ottenere il permesso di sopraelevare una porzione del fabbricato che si affaccia su via del Sole, con ingresso da via Salicotto 80, al fine di ampliare i locali della Società Elefante.

Il 22 settembre del 1963 i nuovi locali vengono inaugurati dal Priore Giancarlo Ceccuzzi e dal Presidente di Società Delfo Bonelli. Il Capitano Maria Pace Chigi Zondadari Misciattelli taglia il nastro e il Vescovo ausiliare Enrico Petrilli benedice le nuove sale.

Con la sopraelevazione si ottiene un nuovo ambiente che, mediante la realizzazione di due grandi pilastri in sostituzione del muro preesistente, viene unito alla “vecchia” sala delle feste per formare un immenso salone, detto dai torraioli salone delle colonne. Il salone si affaccia con grandi finestre su una delle vallate più verdi di Siena. Il pavimento è in marmo a palladiana con al centro un intarsio riproducente lo stemma della Torre, i soffitti a stucchi e la sala presenta un sistema di illuminazione differenziato.

Con la realizzazione del nuovo ingresso, posto lungo la scalinata esterna a lato della piazzetta della Fontanina, i locali della Società diventano indipendenti.

Nel 1968, nel corso dei lavori per la pavimentazione dell’oratorio, si scopre che a lato del tunnel vi sono degli spazi da utilizzare. Viene quindi elaborato un progetto, firmato dall’architetto Pietro Ciampoli, per allargare il tunnel e rendere più funzionale la sala bar della Società. Si creano anche spazi destinati alla segreteria, una cantina ripostiglio e un piccolo cucinotto; i bagni trovano una adeguata sistemazione. Per accedere alla terrazza vengono realizzati una grande scala centrale, un pianerottolo e due porte-finestre.

La nuova sala viene arredata con un funzionale bancone bar, decorato con uno stemma in ceramica della Contrada. Sulle pareti vengono collocati grandi specchi: il tunnel diventa così la sala degli specchi. Viene anche ampliato, mediante la realizzazione di un pilastro portante, l’accesso al salone delle colonne.

L’inaugurazione dei locali avviene il 6 settembre 1969 alla presenza del Priore Renzo Fontana e del Presidente della Società Otello Gambelli, che è anche Capitano della Contrada. La madrina è la marchesa Maria Pace Chigi Zondadari Misciattelli. L’Arcivescovo Mario Ismaele Castellano benedice la nuova sala.

Il 21 ottobre 1972 con la cena del “Gran Chiodo” viene festeggiato il totale pagamento di tutti gli oneri derivanti dai lavori.

Nel 1994, sotto il priorato di Lelio Grossi, su progetto dell’architetto Andrea Brogi, iniziano i nuovi lavori che interessano prevalentemente i locali museali. Gli interventi, proseguiti dai Priori Marcello Venturini e Antonio Testa e conclusi da Massimo Brogi, toccano la Società solo per quanto riguarda la sala ampliata nel 1969, della quale viene rialzato il pavimento per eliminare il dislivello esistente con l’attiguo salone delle colonne. Allo stesso tempo vengono spostate lateralmente le scale di accesso al pianerottolo che conduce alla terrazza, creando così lo spazio per un’ampia vetrata che affaccia sulla sala del sottostante museo.

Il 24 luglio 2002 vengono inaugurate le nuove sale del museo della Contrada.

Nel 2002 la Contrada acquista i locali posti al piano di via Salicotto, detti delle bilance per una loro passata destinazione, e successivamente la corte condominiale, posta allo stesso piano, confinante con l’appartamento di proprietà della Torre che si affaccia con un terrazzo panoramico sulla vallata di Porta Giustizia. Tali importanti acquisizioni forniscono l’occasione per pensare a una ristrutturazione della Società. Gli architetti Massimo Bindi e Duccio Mancini firmano un progetto organico che vede la nuova Società come ideale estensione della strada di Salicotto, luogo di incontro e di scambio. Per questo, il bar viene trasferito nell’ampio locale lungo la via e reso accessibile anche dall’esterno attraverso ampie aperture, che consentono allo sguardo di giungere fino alla vallata sottostante.

L’ingresso alla Società, pavimentato in sestini posti a spina di pesce, ospita sulla parete di destra il pannello in pietra serena raffigurante la bandiera della Torre, realizzato da Mauro Berrettini per decorare la Fontanina del 1984. Il moderno e funzionale bancone bar ha sul fronte un bassorilievo in rame sbalzato di Laura Brocchi.

I nuovi locali, inaugurati nel 2007, sono improntati alla massima funzionalità e semplicità per poter meglio rispondere alle varie esigenze della Società: un ampio spazio accoglie il bancone e i tavolini del bar e un ulteriore salone sul retro, prospiciente il terrazzo, ospita la TV.

Tutti gli ambienti si articolano intorno all’ex corte condominiale, che costituisce lo snodo distributivo del progetto. Da qui parte anche la nuova scala di collegamento con il piano inferiore che una volta ospitava il bar e che, grazie a importanti interventi strutturali, è oggi un unico ambiente polifunzionale. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’eliminazione dei tre pilastri portanti e all’inserimento di monumentali travi in acciaio. Il collegamento tra i due piani è assicurato anche attraverso un ascensore con le pareti in cristallo.

La scelta dei materiali, moderni ma anche appartenenti alla tradizione, coniuga esigenze estetiche con la massima funzionalità e affidabilità: grés porcellanato per il pavimento, travertino con inserti in vetro policromo per il rivestimento delle pareti, acciaio “al corten” per gli infissi.

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